Sebbene i Consigli comunali li avessero richiesti ancora nel 1572 – e fossero poi tornati a richiederli negli anni successivi – i Cappuccini non si stabilirono a Belluno che il 20 aprile 1605, presso la chiesa di S. Rocco, in piazza Campitello. Appena il tempo di sistemarsi che arrivò l’ingiunzione ad andarsene: la causa era l’interdetto pontificio del 1606 contro la Repubblica Veneta. È noto che in quell’occasione la Serenissima impose al clero di non obbedire a papa Paolo V. Per rimanere fedeli al papa, i Cappuccini furono costretti a lasciare il territorio della Repubblica. La gente se ne rattristò, ma quando, un anno dopo, poterono tornare, li accolse quasi in trionfo.
Da quel momento, i Cappuccini svolsero pacificamente la loro attività a Belluno fino al 1769, quando la Repubblica li mandò di nuovo a spasso. E questa volta, a Belluno, dovette passar molta acqua sotto il ponte sul Piave, prima che potessero ritornare. Il merito del loro ritorno va all’industriale Federico Morassutti, che era anche terziario francescano. Nel 1930 mise a disposizione un fondo in località Mussoi, nella periferia della città, lungo la strada che conduce nell’Agordino, di fronte alla chiesetta dei “Ss. Filippo e Giacomo” e alla casa natale del papa Gregorio XVI. E poiché proprio allora le autorità di Belluno progettavano di erigere un ossario per i caduti della guerra 1915-1918, si pensò di destinare a questo scopo la chiesa dei Cappuccini (il cui progetto fu affidato al celebre architetto bellunese Alpago Novello).
Al termine dei lavori, il 6 giugno 1937, dal cimitero urbano le salme dei caduti furono trasportate nella nuova sede; e il 28 ottobre successivo fece il suo ingresso nel convento il primo gruppo di Cappuccini. La chiesa, dedicata all’Immacolata Concezione di Maria Vergine, il 4 ottobre 1946 venne consacrata dal vescovo diocesano, il Cappuccino Girolamo Bortignon. Nel 1949 fu abbellita con l’affresco della Pietà sulla facciata e l’ampliamento del sottocoro. Nel 1956, il tempio-ossario fu promosso a chiesa parrocchiale.
A partire dal 1979, per un ventennio, il convento ha ospitato i seminaristi Cappuccini del Liceo e di altre scuole superiori.
Nel territorio della parrocchia ci sono due chiesette di particolare pregio storico-artistico: “Ss. Filippo e Giacomo” (la già citata chiesetta della Famiglia Capellari) e, in località Vezzano, “Ss. Giorgio e Sebastiano”.
[Fonte: «I nostri luoghi: cenni storici e attività attuali», in Stato personale e locale, Curia provinciale, Venezia-Mestre 2017, pp. 29-30].
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