Situato sulla sommità di un colle (618 m. s.l.m.) a est di Cividale del Friuli, svetta il santuario di Castelmonte, la cui fondazione sembra molto remota. Alcuni indizi fanno pensare ad un sacello, forse dei secoli V -VI, dedicato alla Madonna o a S. Michele Arcangelo (tuttora venerato nella cripta).
Alte mura racchiudono la chiesa – dedicata all’Assunzione di Maria Vergine e consacrata il 15 maggio 1744 – meta di pellegrinaggi da tempo immemorabile, attorno a cui sono sorti, in epoche successive, vari edifici. In questo luogo, importante nodo strategico per la difesa orientale della pianura friulana, esistevano già nel XII secolo una rocca e una chiesa. Il primo documento scritto che cita la chiesa risale al 1175. Una sempre crescente devozione portò qui, lungo i secoli, innumerevoli schiere di pellegrini, che venivano ripagati con indulgenze speciali: ne promulgarono di particolari i pontefici Innocenzo IV nel 1247, Urbano VI nel 1378 e Sisto IV nel 1478.
Danneggiato da un’incursione di Ungari (guerrieri a cavallo originariamente provenienti dalle steppe della Siberia occidentale) nel 1419, devastato da un rovinoso incendio causato da un fulmine nel 1469, semidistrutto dai terremoti del 1511 e del 1513, il santuario venne ampliato e abbellito nel Cinque-Seicento, ma poi privato dei suoi tesori d’arte durante la dominazione napoleonica (1797-1799).
Nel 1866 il governo italiano, appena insediatosi in Friuli, confiscò i beni del santuario e nel 1873 le autorità vietarono anche i pellegrinaggi. Nel 1913 l’arcivescovo mons. Antonio Anastasio Rossi ne affidò la custodia ai Cappuccini.
Il primo custode fu p. Eleuterio da Rovigo, che seppe far conoscere il santuario non solo in Friuli, ma anche in Italia e in molte parti del mondo, attraverso la diffusione del Bollettino “La Madonna di Castelmonte”.
Nell’ambito della seconda guerra mondiale, nel novembre del 1943 il santuario e il convento furono colpiti da ripetuti colpi di artiglieria tedesca. Incolumi i religiosi Cappuccini e la popolazione del borgo.
Il 3 luglio 1948 furono ultimati i lavori della sopraelevazione della chiesa, del tetto e del nuovo campanile. In seguito, fu costruito il nuovo acquedotto e ampliata e sistemata la strada che parte da Cividale fino al santuario. L’opera più importante del complesso è conservata proprio nel santuario. Si tratta della statua in pietra dipinta della Madonna con Bambino, eseguita certamente prima del 1479 (anno in cui venne benedetta e intronizzata) da scultori gravitanti nella sfera artistica salisburghese.
La festa più importante si celebra, ogni anno, l’8 settembre (Natività della B. V. Maria) con un grande pellegrinaggio diocesano, nel ricordo del terremoto del 1976 che causò oltre mille morti in tutto il Friuli. Il pellegrinaggio termina con la solenne S. Messa all’aperto e l’atto di affidamento alla Vergine Maria.
Dal 1968 al 1973 funzionò nell’ambito del convento un piccolo seminario serafico con due classi, V elementare e I media.
Un religioso della fraternità cappuccina serve pastoralmente la parrocchia di Prepotto, comprendente anche le comunità di Cialla, Codromaz, Oborza e Ciubiz.
[Fonte: «I nostri luoghi: cenni storici e attività attuali», in Stato personale e locale, Curia provinciale, Venezia-Mestre 2017, pp. 31-32].
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