“Sono stato svegliato dai sassi che mi cadevano addosso, avevo i calcinacci in bocca e non riuscivo a respirare. Poi ho capito che era il terremoto” (un abitante di Amatrice)
Con il centro storico completamente distrutto, Amatrice si nota tra le montagne e subito ti immerge in un clima completamente diverso. Ora la gente vive nelle casette, ma è angoscioso pensare a come possano sentirsi, anche a distanza di un anno. Da subito anche noi frati Cappuccini sono stati presenti, specie nella frazione di Sant’Angelo, a circa 4 km.
Oltre all’aspetto religioso veniva richiesta la nostra presenza, una presenza discreta che sapeva bene che in ogni casa nella quale entravamo era presente il dolore e il lutto per un famigliare morto nel terremoto e per la disperazione di aver perso tutto.
Se dovessi tirare le somme, sicuramente restano impressi i volti e storie di coloro che ho incontrato ma soprattutto la loro voglia di rinascita. Nonostante il tempo passato, c’è ancora tanto da fare e la loro richiesta di aiuto è ancora forte … fr. Fabio Miglioranza