Sabato 2 febbraio, c’è stato un singolare avvenimento cittadino: alle 17, scortato da fr. Luciano Lotti, direttore dei Gruppi internazionali di preghiera, è arrivato il saio che padre Pio indossava al momento in cui – cent’anni fa (1918) – riceveva le stimmate di Gesù Crocifisso. La mattina di quell’anl’anno, terminata la Messa, si trovava in preghiera nel coro sopraelevato dell’antica chiesetta della Madonna delle Grazie e lì venne raggiunto da Lui.
Anche se sferzavano una pioggia insistente e un discreto vento di tramontana, la chiesa è stata invasa da molte persone: tutti volevano vederlo e toccarlo. Alle 18, il piccolo presbiterio accolse i ministranti, i dieci concelebranti e il vescovo Giuseppe Zenti. Al vedere tanti fedeli devoti, il vescovo si commosse e al vangelo, di fronte anche alle autorità cittadine, pronunciò parole impegnative per loro e per tutti (lui compreso). Suggerì di non guardare il saio, ma di pensare a chi l’aveva indossato, invitando tutti a farsi santi.
Alle 20,30 un corteo, accompagnando in processione l’eccezionale reliquia, raggiunse il duomo della città per una prolungata veglia di preghiera. Il giorno seguente, alla Messa domenicale delle 11,15, presieduta dal ministro fr. Roberto Tadiello e concelebrata da tre sacerdoti, i banchi del capiente duomo erano pieni. Nell’omelia si evidenziò il fatto che tutti, nella sinagoga, davano testimonianza a Gesù per le parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, ma nel contempo esprimevano meraviglia, sapendo chi egli era il figlio del falegname, chiamato Giuseppe. Anche di Padre Pio si continua a dare testimonianza, ma nel contempo continuiamo a chiederci: “Non è egli il figlio di umili contadini?”.
Fr. Rodolfo Saltarin